giovedì 3 giugno 2010

Il Suo Silenzio

Poteva cominciare una passeggiata mattutina in silenzio, e poi romperlo. Ancora più impressionante era il suo silenzio in risposta a qualcosa che tu dicevi. Un discepolo poteva fare una domanda e ottenere un lungo silenzio. Una donna di Cleveland, un po' singolare, entrò una volta nella stanza di Prabhupada con alcuni dei suoi parenti e si sedette in Sua presenza per un lungo periodo di tempo mentre nessuno parlava per niente.Più tardi confidò che tutti loro pensavano che Prabhupada stesse facendo qualcosa di mistico, che per loro non ci fosse bisogno di parlare, e che egli stesse reciprocando stando lì seduto senza parlare, nonostante il considerevole lasso di tempo trascorso. Con il suo servitore poteva viaggiare lunghe distanze senza parlare. Una volta, durante un lungo viaggio dalla Germania all'Australia rimase silenzioso e disse solo poche cose. (Quando l'aereo atterrò in Australia , Prabhupada disse che qui in Australia era verde e là in Germania era verde, perciò come possono sostenere che non c'è vita sulla luna e sugli altri pianeti?) Alcuni dei suoi commenti erano accompagnati da lunghi silenzi. Talvolta ci puniva o ci interrogava attraverso i Suoi silenzi, e diventavano così intensi che non li potevamo sopportare. E non potevi penetrare il Suo silenzio. La qualità della gravità si spiega come segue ne Il Nettare della Devozione: “E' definito grave colui che non rivela il suo pensiero a chiunque, o la cui attività mentale e piani d'azione sono molto difficili da capire.” E voleva stare tranquillo nella Sua stanza. Non sopportava i
rumori. Svegliava i Suoi servitori per scacciare i cani che abbaiavano per la strada, specialmente al mattino presto quando era impegnato nella traduzione. Ed inviava fuori i Suoi servitori a scoprire l'origine di strani rumori nell'edificio o nelle vicinanze. Durante le Sue conferenze e le Sue lezioni, scopriva il minimo rumore e chiedeva che si smettesse. Una porta sbattuta gli rompeva il cuore, disse -e le sirene a New York, i camion delle immondizie, i cani, il picchiettare negli edifici in costruzione in India- ma poteva tollerare tutto questo. Ma per Prabhupada il vero silenzio fu il fatto che non disse mai nessuna stupidaggine Poteva parlare senza fine di Krishna. Talvolta senza riflettere, un invitato diceva qualche sciocchezza mondana, e Prabhupada rimaneva in silenzio tollerando. Ma era innaturale vedere Prabhupada silenzioso in presenza di un'altra persona, perché Prabhupada era quello che doveva parlare. Aveva la conoscenza assoluta, e tutti gli altri dovevano starsene in silenzio per lasciarlo parlare, se parlare era il desiderio di Prabhupada. Parlava per soddisfare il desiderio di Krishna e i nostri desideri. Parlò per dovere, per amore, per lo spirito di predica.